Valutazione della malattia minima residua per ridefinire il fallimento della induzione nella leucemia linfoblastica acuta pediatrica
È stato determinato il ruolo della valutazione alla fine-della-induzione ( EOI ) della malattia minima residua ( MRD ) per l'identificazione e la stratificazione del fallimento della induzione nei pazienti con leucemia linfoblastica acuta ( ALL ) pediatrica e per identificare le anomalie genetiche che guidano la malattia in questi pazienti.
L’analisi ha incluso 3.113 pazienti che sono stati trattati nello studio multicentrico randomizzato Medical Research Council UKALL2003 tra il 2003 e il 2011.
La malattia minima residua è stata misurata utilizzando la PCR quantitativa real-time standard.
Il follow-up mediano è stato di 5 anni e 9 mesi.
In 59 pazienti ( 1.9% ) c’è stato il fallimento della induzione morfologica con sopravvivenza libera da eventi ( EFS ) a 5 anni del 50.7% e sopravvivenza complessiva a 5 anni del 57.7%.
Di questi pazienti, una piccola proporzione con midollo M2 ( 6 su 44 ) e un livello EOI MRD basso ( inferiore allo 0.01% ) presentava sopravvivenza libera da eventi a 5 anni del 100%.
Viceversa, tra i pazienti con remissione morfologica, il 2.3% ( 61 su 2.633 ) aveva elevata malattia minima residua ( 5% e oltre ) e sopravvivenza libera da eventi a 5 anni del 47.0%, in modo simile a quelli con fallimento della induzione morfologica.
La ridefinizione del fallimento della induzione includendo il fallimento della induzione morfologica e/o malattia minima residua uguale o superiore al 5% ha individuato un 3.9% di pazienti ( 120 su 3.133 ) della coorte di studio con sopravvivenza libera da eventi a 5 anni del 48.0%.
Il fallimento della induzione ( morfologica o malattia minima residua uguale o superiore al 5% ) si è verificato più frequentemente nella leucemia linfoblastica acuta a cellule T ( T-ALL ) ( 10.1%; 39 su 386 casi di T-ALL ) e nella leucemia linfoblastica acuta B-other, mancando anomalie cromosomiche definite ( 5.6%; 43 su 772 casi di B-other ).
I test genetici all'interno del gruppo B-other hanno rivelato la presenza di fusioni geniche di PDGFRB, in particolare EBF1-PDGFRB, in quasi un terzo dei casi di leucemia linfoblastica acuta B-other.
In conclusione, l’integrazione del livello EOI MRD con la morfologia identifica il fallimento della induzione in modo più preciso, rispetto alla sola morfologia.
La prevalenza di fusioni EBF1-PDGFRB in questo gruppo sottolinea l'importanza dello screening genetico per identificare anomalie che possono essere bersagli per i nuovi agenti. ( Xagena2017 )
O’Connor D et al, J Clin Oncol 2017; 35: 660-667
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